Gruppo Giovani

Il Gruppo Giovani è aperto a tutti i maggiorenni che desiderano camminare insieme per confrontarci, per scambiarci opinioni e suggerimenti, per superare difficoltà, delusioni e incertezze. Per trovare e ritrovare nuovi stimoli per scoprire e riscoprire la nostra fede e il nostro impegno nella vita delle nostre comunità e associazioni di riferimento. 

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L'icona del Sinodo, la vite e i tralci, è l'immagine usata da Gesù per ricordaci di rimanere uniti a Lui, tralci in una sola vite, così da portare a tutti i suoi frutti.

Il Sinodo «viene lanciato all'interno della pastorale giovanile ordinaria», spiega don Luca Ramello, direttore dell'Ufficio per la Pastorale dei Giovani e dei Ragazzi, «ma anche con l'intenzione dell'Arcivescovo di rivitalizzare la pastorale giovanile attraverso questo percorso (Sinodo significa "camminare insieme") di due anni in cui si darà la parola ai giovani, si chiederà a loro di rinnovare la Chiesa». Tutto questo come base di partenza. Entrando nei dettagli, «l'intuizione di monsignor Nosiglia – prosegue - è la seguente: la nostra fede vede nel camminare insieme con l'"Altro" – Altro, con la "A" maiuscola, che è Dio - e i fratelli, non un aspetto di appendice secondario, ma sostanziale: se non siamo capaci di camminare insieme non possiamo neanche dirci credenti».

«Allora – continua - questo è un invito a tutti coloro che fanno pastorale giovanile in Diocesi, per un maggiore senso di unità, collaborazione, nel servizio comune ai giovani, ma anche un invito ai giovani stessi a camminare insieme alle loro comunità, alla Chiesa, rinnovandola dall'interno». Il Sinodo «avrà tre dimensioni, più una».

La prima «è quella che intercetta l'Anno della Fede indetto dal Papa: significa approfondire le radici della propria fede, ma in maniera sinodale, quindi riflettendo insieme su cosa vuole dire essere credenti oggi a 20-30 anni». La seconda: «E' l'ascolto dei giovani, e, da parte loro, della presa di parola, su come vedono la Chiesa, come la sentono e come la rinnoverebbero».

La terza: «Camminare insieme non solo all'interno dei nostri ambiti ecclesiali, ma un camminare che diventa missionario: dunque una serie di iniziative con le quali condividere la propria fede in ambienti più distanti e laici, o comunque semplicemente con i propri compagni di vita, di università, lavoro, divertimento. Tutto ciò anche con la speranza di coinvolgere alcune eccellenze della Città e della Diocesi, che possono essere assunte come luoghi di confronto: penso al Museo nazionale del Cinema, all'Alenia Spazio...». Infine, c'è la quarta, «che è dentro le altre tre: affidare all'Arcivescovo una serie di indicazioni, per poi, tra due anni, alla vigilia del bicentenario della nascita di san Giovanni Bosco, consegnare alla Diocesi i nuovi orientamenti di pastorale giovanile. Tutto questo è bello che sia fatto non in una stanza con due o tre persone che riflettono, ma come frutto di un lavoro di due anni di confronto, ascolto, dialogo».

Don Ramello si sofferma poi sul tema generale del Sinodo, «"Come tralci di vite": l'immagine usata è quella della vite e i tralci, secondo la Parola di Gesù, in cui le tre dimensioni (più una) vengono riassunte: l'essere in Cristo, l'essere tralci di vite, dunque rinnovare le comunità portando questi frutti il più lontano possibile».

«L'esperienza del Sinodo – conclude - sarà portata avanti da giovani per i giovani, con un tipo di esperienza che nascerà senza etichette, semplicemente chiamata "Giovani in-tralci", dove la parola "in-tralci" può essere letta tutta attaccata, come giovani che sono intralci per la Chiesa e la società, oppure interpretata come i giovani che diventano tralci di vite di rinnovamento».

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