Lettera pastorale - Settembre 2011
Premessa
Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa torinese,
vi scrivo come vescovo, padre e amico facendo mie le
parole dell’apostolo Paolo alla comunità a lui più cara e
vicina, quella di Filippi: «Dio mi è testimone del profondo
affetto che ho per tutti voi, nell’amore di Gesù Cristo. E
perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più
in conoscenza e in ogni genere di discernimento» (Fil 1,8-
9). Non è ancora trascorso un anno dalla mia venuta tra
voi come Arcivescovo e desidero ringraziare il Signore per
il dono che mi ha fatto di poter servire la nostra Chiesa,
di cui ho via via scoperto e apprezzato sempre più la
ricchezza umana, spirituale e pastorale.
Come dimenticare il primo incontro con voi giovani e la
gioia che esso ha suscitato in me e in tanti? Negli incontri
che ho poi avuto con voi nelle Unità pastorali ho colto
l’attesa di cose nuove che portate nel cuore e attraverso i
vostri numerosi scritti mi sono sentito capito e sollecitato ad
aprirvi il cuore e a rendermi disponibile al dialogo e alla
fraterna amicizia. I giorni intensi e felici di Tarragona e di
Madrid, per chi c’era e per chi ha comunque «partecipato»,
sono come una pietra miliare nel nostro cammino di
amicizia.
Con voi, sacerdoti e diaconi, ho sperimentato la
comunione più intensa negli incontri spirituali e pastorali,
amicali e vicini, che abbiamo avuto durante la visita
alle Unità pastorali e in altri momenti forti della vita
diocesana. Ho esercitato così il ministero dell’ascolto,
dell’andare verso, cercando di conoscere dal vivo le
situazioni e le problematiche proprie di voi che siete i miei
primi collaboratori. Anche gli incontri con i consacrati,
i religiosi e le religiose, mi hanno permesso di irrobustire
la mia unione a Cristo e l’amore alla Chiesa di cui sono
testimoni nella carità e santità.
Porto negli occhi e nel cuore il volto d
i tanti poveri,
ammalati, carcerati, immigrati, disabili… e insieme di una
numerosa schiera di volontari e servitori dei fratelli e sorelle
in necessità di cui è ricca la nostra Chiesa. È questa la
perla preziosa e il tesoro nascosto nel campo, che ho trovato
qui in diocesi e di cui mi sento partecipe e responsabile
insieme con tutti. Ho sperimentato quanto intenso e
profondo sia il coinvolgimento della Chiesa di Torino nelle
problematiche sociali che riguardano il lavoro, la sanità, la
cultura, la vita delle famiglie e delle persone più bisognose
di prossimità.
Sul volgere dell’anno pastorale, l’assemblea diocesana
del 3 giugno scorso e i grandi appuntamenti delle feste di
Maria Ausiliatrice, della Consolata e di San Giovanni
Battista mi hanno riempito il cuore di gioia e di viva
riconoscenza. Proprio alla partecipata e intensa assemblea
diocesana, al «clima sinodale» che l’ha preparata intendo
riferirmi in questa Lettera pastorale, per accogliere e
ordinare le numerose e profonde considerazioni e proposte
emerse, e delineare un percorso pastorale comune su cui
convergere tutti con impegno e buona volontà.
Compito del Pastore è infatti riunire attorno a Cristo
il suo gregge per camminare insieme alla sua sequela
e manifestare al mondo quanto è bella e buona la vita
secondo il Vangelo. Solo così potremo rendere ragione della
speranza che è in noi (1Pt 3,15) ed essere luce e sale della
terra, come ci chiede il Signore.
✠ Cesare Nosiglia
Arcivescovo
Torino, 8 settembre 2011
Festa della natività di Maria Vergine